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Guardami, se vuoi.L’avevo notata da qualche giorno quella ragazza sul Bus e mi chiedevo tutte le volte come poteva sentirsi a suo agio con quell’abbigliamento così provocante. Camicie decisamemte scollate, ed osservandola attentamente si poteva notare che il piú delle volte sotto mancava il reggiseno. Le gonne erano il suo pezzo preferito, sempre molto corte e senza calze, non ricordo di averla mai vista con altro abbigliamento nella parte di sotto. Anzi, ripensandoci, di tanto in tanto indossava una sorta di jeans molto attillati ed aderenti, che lasciavano vedere senza difficoltà lo spacco della sua fica. Ad essere onesti non era volgare, solo molto provocante. Mi chiedevo come potesse tenere a bada tutti quegli sguardi su di lei o come potesse tenere sotto controllo eventuali commenti a luci rosse. Ma sicuramente se una si veste così, saprà anche il fatto suo. In ogni caso vederla sempre su quell’autobus, tutti i giorni, quella ragazza stava accendendo una fantasia dentro di me. Notavo come gli altri se la mangiavano con gli occhi, qualche volta mi è capitato anche di sorprendere qualcuno che di nascosto si toccava l’uccello osservandola, con il rischio di venire nei propri pantaloni.Decisi che se quella ragazzina così giovane riusciva ogni mattina a drizzare non só quanti cazzi, potevo farlo anche io, così, per gioco e per vedere le reazioni delle persone intorno a me. Il piano era semplice, dovevo solo mettere un pò di carne al vento e vedere le reazioni degli uomini. Ovviamente la personalità Hot doveva essere solo in certe occassioni, non volevo che in città o a lavoro mi scambiassero per una donna in cerca di cazzi. Così avevo inventato “la Mara da viaggio” e la “la Mara da vita publica”.Quella “da viaggio” portava ampie magliette scollate senza reggiseno dalle quali si intravedevano chiaramente le mie grosse tette e talvolta, quando ero particolarmente eccitata, anche la forma dei capezzoli che spuntavano sulla seta, spesso bagnandola e formando dei puntini umidi su di essa.Quando indossavo la gonna, evitavo di mettere gli slip e cercavo sempre di sedermi in coda, così da poter, di tanto in tanto, allargare le gambe e lasciare la visione del mio sottobosco ai presenti. Una volta in ufficio poi, mi chiudevo velocemente in bagno e rimettendo il reggiseno e le mutandine, tornavo la “Mara pubblica”.Questo nuovo gioco, questa forma di esibizionismo, nel tempo cercai di sperimentarla in tante altre occasioni, come quella volta che l’Azienda mi diede come incarico la docenza per due giorni in un istituto professionale della mia città. Chiariamoci, non sono una professoressa, ma per motivi che non stò qui a spiegare, la nostra ditta doveva sponsorizzare alcuni güvenilir bahis prodotti che gli stessi ragazzi avrebbero venduto nel loro (forse) futuro lavoro.Quando arrivai alla scuola, mi presentai “coperta”, ma una volta in aula e tolto il cappotto lungo, diedi il meglio di me. Non sono una modella, ma sono consapevole che il mio fisico prorompente, piace. Le mie gambe sono dritte e questo già di per sè è un grosso vantaggio, spesso abbronzate (merito delle mie origini) e coperte in quei giorni, da una microscopica gonna. Il mio sedere mi piace, non è quello di una Barbie, ma è bello sodo e prononciato, di quelli che se ci metti le mani, tocchi qualcosa che ti riempiei il palmo. Delle mie tette ne abbiamo già parlato, sono belle grosse e tutte naturali, con due areole pronunciate che farebbero impazzire chiunque. Ma andiamo in quei giorni, vi racconto la mia esibizione.Dovevo “insegnare” in un’aula dove c’erano i ragazzi dell’ultimo anno. Non appena sono entrata in classe, sentivo già mormorare qualcosa tra i banchi e vedevo che i ragazzini si lanciavano sguardi di intesa tra di loro. Iniziai a scrivere delle frasi sulla lavagna e mentre lo facevo, spingevo il braccio verso l’alto cercando di far uscire la camicia dalla gonna e scoprendo la schiena. Ovviamente forzavo il tutto, volevo che una parte del sedere, almeno l’inizio dello spacco, si vedesse. Il fatto di non essermi messa volutamente le mutandine in quei due giorni, mi stava facilitando le cose. Sentivo gli occhi puntati su di me, sapevo che li stavo eccitando. Ne avevo conferma ogni volta che mi sedevo dietro la cattedra e facevo finta di non osservarli, qualcuno lo avevo “segretamente” osservato mentre si toccava il pacco. Allora io alzavo la posta e tra una spiegazione e l’altra, sempre seduta, aprivo leggermente le gambe.Quando invece mi muovevo dalla cattedra verso i banchi per dei chiarimenti privati agli alunni, cercavo sempre di sculettare un pò o di piegarmi, lasciando che i ragazzi scoprissero da soli se sotto portavo le mutandine o no, di che colore sono o marca! Muovo il culo a destra ed a sinistra, faccio cadere la penna e mi piego per raccoglierla, così in tiro sento che il mio sedere esce fuori e sono sicura che lo spacco non è passato inosservato. Spesso alla lavagna, spalle alla classe, facevo cadere il “cancellino” a terra per piegarmi a novanta gradi per meglio far vedere il mio culo, altre volte mi piegavo a novanta gradi verso i ragazzi sui banchi, lasciando le mie grosse mammelle ciondolare davanti ai loro occhi. Un ragazzo quel giorno si fece coraggio e dopo avermi chiesto se poteva andare in bagno (forse per svuotarsi le palle) passandomi alle spalle, per un secondo türkçe bahis mi strusciò il suo pisello di dietro. Gesto che fece anche un altro alunno l’ultimo giorno. Mi piaceva tutto sommato sentire i loro cazzi dritti e magari vergini, strusciarsi sul mio culo, mi dava un senso si dominio e di soddisfazione. Sono convinta cbe più di uno, se non lo avesse già fatto nel bagno della scuola, a casa si sarebbe masturbato pensando a me.Questo gioco poi lo feci di tanto in tanto anche nelle discoteche, quelle poche volte che le frequentavo grazie ad inviti di amici in comune. Ma questa ve la racconto più in lá. Vi racconto invece di quella volta in Grecia con un mio amico.Era la terza settimana di Settembre, entrambi single e coscienti che partire insieme per la Grecia, significava finire inesorabilmente a letto prima o poi. Le spiagge in quel periodo erano già deserte ed il mio amico, Giorgio, mi chiese impavidamente di togliermi il reggiseno.«Dai… toglitelo, in questo angolo sperduto di mondo chi vuoi che ti veda?» mi disse.Io un pò esibizionista, un pò cosciente della reazione che le mie enormi tette avrebbero dato a luogo o forse semplicemente mi piaceva mostrarmi nuda con le mie forme generose, feci la parte di quella che se la tira.«Giorgio, non mi sembra il caso… e se passa qualcuno?» risposi con finto imbarazzo.Il mio amico insiste, ma io continuo a negarmi, fino a quando lui non si avvicina e con un colpo degno di un mago, me lo slaccia velocemente e lo tira verso la pineta. Le mie mammelle cadono all’improvviso verso il basso ondulando per qualche secondo prima di assestarsi sul mio petto. Giorgio un pò arrossisce, ed io ci godo nel vederlo imbarazzato nonostante la sua finta spavalderia.«Vabbè… allora già che ci siamo…» dissi senza terminare la parola e tirando su lo slip. Lo spinsi così in alto che da slip diventò modello “tanga” infilandosi nella parte di dietro tuttodentro il mio culo e nella parte davanti aderendo alla mia fica ed evidenziando lo spacco. Percepisco che è eccitato, ma voglio provocarlo ancora. Così gli chiedo di giocare a racchettoni e lui ovviamemte accetta. La partita è orribile, non riusciamo a fare più di tre o quattro tiri, Giorgio è troppo preso dalle mie tette che sobbalzano da una parte all’altra ad ogni mio salto. Presi dal gioco, non notiamo una coppia che si avvicina a noi. Io non smetto di far rimbalzare le mie tette da una parte all’altra ed l’uomo della coppia non smette di guardarmi mentre mi passa davanti. Quella che probabilmente era la sua donna, lo strattona, lo tira a sè trascinandolo via dal mio spettacolo e gli fa distendere i teloni da mare lontano da noi.Mi rendo conto che ora sto eccitando due uomini, güvenilir bahis siteleri così improvvisamente decido di puntare alto e di farli impazzire. Quando Giorgio mi lancia la pallina per l’ennesima volta, volontariamente non la prendo lasciando che finisca davanti alla coppia appena passata. Quindi mi tolgo anche gli slip e rimango completamente nuda. Il costume del mio amico si gonfia, sta avendo un’erezione, ma non fa una mossa. Così io mi avvicino al mare facendo finta di rinfrescarmi, mi bagno ovunque, sul viso, i capelli, sulle tette e naturalmente sulla fica. Poi esco e vado a riprendermi la pallina vicino la coppia di ragazzi. Quando sono vicina, mi piego lentamente a 90 gradi lasciando che la mia fica fradicia sia ben visibile al tipo.«Se vi diamo fastidio, ci allontaniamo» gli dissi provocandolo mentre la mia fica gocciolava sulla sabbia.«No… no… non preoccupatevi» rispose il ragazzo balbettando.Così tornai verso Giorgio, mentre vedevo la ragazza del tipo che lo prendeva a gomitate perchè lui non smetteva di guardarmi. “Poverino, forse ora sarà venuto nel costume” dissi a me stessa mentre prendevo Giorgio per mano.«Dove mi stai portando?» mi chiese il mio amico.«Non mi dirai che dopo tutto questo spettacolo non ti sei eccitato Giorgio?» gli chiesi retoricamente mentre lo trascinavo nella pigneta.Non serviva che mi rispondesse, il bozzo sotto i boxer parlava da solo. Così presi l’iniziativa e mentre mi inginocchiavo, gli tirai di botto giù il costume. Il suo cazzo spuntò fuori come una molla, dritto e gonfio. Non appena iniziai a toccargli le palle, emise un gemito che sono sicura arrivò anche all’orecchio della coppia. Non allontanarmi troppo, era voluto, volevo ancora giocare con quei due. Poi presi le mie tette tra le mani ed inizia a strusciarle sul cazzo di Giorgio che continuava ad ansimare. Quindi decisi di fargli una sega ed afferrai il suo cazzo sempre più gonfio e con una cappella rosso fuoco. Ma purtroppo il mio amico era troppo eccitato o forse scopava poco, sta di fatto che non appena presi tra le mani il suo uccello, iniziai a vedere gocce di sperma uscire dal suo buco. Pensavo ad un principio di sborrata, invece non appena tentai di muoveremi avanti ed indietro lungo la sua asta, iniziò a schizzare come una fontana. Coninuai a segarlo sperando almeno in una lunga sborrata, invece dopo tre o quattro spruzzate sulle mie tette, smise di venire. Così un pò delusa da quella scopata persa, tornai in spiaggia almeno per lavarmi dallo sperma di Giorgio e nel farlo, diedi un altro pò di spettacolo alla coppia sciacquandomi davanti a loro le tette più volte con l’acqua salata e pulendomi la fica dalla piccole gocce di sperma che si erano fermate tra i peli.Qualcuno potrebbe pensare che sono un’esibizionista, ma non è così. Come a tutti mi piace essere guardata, desiderata. O forse mi piace solo giocare con il mio corpo e con gli sguardi degli altri. Niente di più.Forse!

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